Associato al cromosoma X recessivo


Le malattie sono determinate da mutazioni a carattere recessivo di geni sul cromosoma X che non hanno omologhi sul cromosoma Y.
La malattia si manifesta nei maschi emizigoti e nelle femmine omozigoti.
L’ultima evenienza rappresenta una condizione rara, molto più frequentemente le femmine sono portatrici sane della mutazione responsabile della malattia.
L’albero genealogico presenta le seguenti caratteristiche:
1. un maschio affetto trasmette la mutazione alle figlie che saranno portatrici sane;
2. non è possibile la trasmissione da padre a figlio;


3. le femmine portatrici trasmettono la mutazione al 50% dei maschi che faranno la malattia e al 50% delle femmine che saranno portatrici sane.
4. i maschi affetti generalmente nascono da genitori sani in cui la femmina è portatrice.

5. le femmine affette, omozigoti, nascono generalmente da padre affetto e madre portatrice sana e questo soprattutto nel caso di accoppiamento tra parenti.
L’aumento del coefficiente di consanguineità aumenta la probabilità di formazione di genotipi omozigoti recessivi.


La malattia colpisce, quindi, soprattutto i maschi con una proporzione di 10 a 1 rispetto alle femmine e, in certi casi, quando la mutazione è rara, la malattia colpisce esclusivamente i maschi.
Raramente, per il fenomeno della inattivazione casuale del cromosoma X, anche le femmine eterozigoti per la mutazione possono manifestare la malattia.
6. la malattia può comparire in un maschio anche dopo una generazione di animali sani che è stata generata dall’accoppiamento di un maschio malato e una femmina non portatrice, il pedigree è perciò orizzontale.

La lettura degli alberi genealogici è molto utile per la diagnosi della malattia.
E’ importante anche l’osservazione che gli animali colpiti sono praticamente solo di sesso maschile e hanno, spesso,  un coefficiente di consanguineità elevato.
I test genetici confermano la malattia ma, soprattutto, consentono l’individuazione delle femmine portatrici.

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