Deficienza del fattore VII della coagulazione | Coagulation factor VII deficiency

La malattia è una coagulopatia e costituisce una alterazione dell'emostasi, in particolare dell'emostasi secondaria.

L'emostasi è un processo fisiologico complesso che impedisce la fuoriuscita del  sangue (emorragia) dai vasi lesionati.
Il processo emostatico coinvolge la muscolatura e le pareti dei vasi, le piastrine, alcune proteine della matrice extracellulare sub endoteliale (epitelio di rivestimento interno dei vasi), cellule sub endoteliali e i fattori della coagulazione.
Le lesioni dei vasi attivano il processo caratterizzato da una iniziale vasocostrizione che provoca la diminuzione dell'afflusso di sangue nella zona e favorisce l'adesione delle piastrine ad alcune proteine della matrice extracellulare subendoteliale.
Sono implicati in questa fase alcuni recettori piastrinici e il fattore di Von Willebrand.
All'adesione delle piastrine fa seguito la loro attivazione (modificazione della forma e rilascio di fattori pro aggreganti e di altri fattori che reclutano e attivano altre piastrine) e la loro aggregazione in quanto collegate da fibrille di fibrina e dal fattore di Von Willebrand (emostasi primaria).
La fibrina deriva dal fibrinogeno attivato dalle stesse piastrine.
Contemporaneamente le stesse lesioni vasali, con l'esposizione di alcune cellule sub endoteliali, e le piastrine aggregate innescano le reazioni a cascata dei fattori della coagulazione.
Queste reazioni conducono ad una imponente attivazione della protrombina in trombina, che trasforma il fibrinogeno in fibrina, e del fattore stabilizzante la fibrina e determinano una più massiccia e organizzata  formazione di fibrina (emostasi secondaria).
Le piastrine aggregate e, soprattutto, il reticolato di fibrille di fibrina agganciato all'aggregato piastrinico, che intrappola anche altri elementi figurati del sangue (globuli rossi e bianchi), costituiscono il coagulo che blocca l'emorragia.

Sintomi
La deficienza del fattore VII è spesso asintomatica o con una tendenza al sanguinamento da lieve a moderata.
Sono documentati la presenza di sangue in cavità toracica (emotorace) e la presenza di sangue rosso vivo nelle feci (ematochezia), ma la condizione più comune sono le emorragie prolungate dopo un intervento chirurgico o dopo il parto.
La condizione viene spesso diagnosticata durante l'esecuzione di test sulla coagulazione.
La prognosi è favorevole se si applicano protocolli chirurgici mirati e terapie adeguate.

Patogenesi
E' implicato nella malattia il gene F7 (coagulation factor VII), localizzato sul cromosoma 22, che codifica per il fattore VII della coagulazione che è una glicoproteina circolante nel sangue.
A seguito di lesioni dei vasi, il fattore VII si lega al fattore tissutale (FT) localizzato sulla parte esterna della membrana dei fibroblasti sub endoteliali.
Si forma il complesso FVIIa/TF che in presenza di calcio attiva FIX e FX che portano alla formazione della trombina e quindi del reticolo di fibrina.
Nei cani affetti è stata identificata una mutazione del gene FVII correlata con una attività residua di questo fattore inferiore al 4%.

Modello di trasmissione: autosomico recessivo, ma anche gli eterozigoti mostrano una lieve diminuzione di attività del fattore VII.
Razze interessateBEAGLE
Presenza di un test genetico: Si

Per saperne di più
Callan, MB., Aljamali, MN., Margaritis, P., Griot-Wenk, ME., Pollak, ES., Werner, P., Giger, U., High, KA. :
A novel missense mutation responsible for factor VII deficiency in research Beagle colonies.
J Thromb Haemost 4:2616-22, 2006.

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